Horst Koehler, gaffe a Kabul: gli costa caro

«Un Paese delle nostre dimensioni, concentrato sull’export e quindi sulla dipendenza dal commercio estero, deve rendersi conto che… sviluppi militari sono necessari in un’emergenza per proteggere i nostri interessi – aveva infatti detto durante un’intervista a una radio tedesca -, ad esempio per quanto riguarda le rotte commerciali o per impedire instabilità regionali che potrebbero influire negativamente sul nostro commercio, sull’occupazione e sui redditi» ha riferito Horst Koehler, il Presidente di Germania mentre era stato ospite di una radio in Afghanistan Sono queste le parole che glui sono costate caro, addirittura le dimissioni. Sono state duramente criticate da vari esponenti politici e dallo stesso Karl-Theodor zu Guttenberg, ministro della difesa, che venerdì scorso ha preso le distanze dall’ormai ex Capo di Stato.
Ciò riguarda la questione della missione in territorio afghano, che a suo avviso sarebbe stata giustificata dalla necessità di proteggere gli interessi economici del Paese all’estero; Koehler si dice frainteso, in quanto in suo atteggiamento è stato etichettato come esagerato secondo molti osservatori. Le dichiarazioni fatte dallo stesso ex Presidente sono addirittura contrarie a ciò che più del 60% dell’opinione pubblica pensa, compresa la stessa Merkel: Koehler si preoccupa del lato economico della questione, mentre al resto della popolazione importa proteggere la stessa Germania dal terrorismo internazionale. La cancelliera tedesca però di dichiara ‘sorpresa’ nel venire a conoscenza delle dimissioni di Koehler, afferma di aver provato a smuore le sue decisioni riguardo le dimissioni senza però successo.

Samini Imane

Italia: i problemi dei giovani durante la crisi

Circa due milioni di giovani italiani non lavorano e non studiano.
Mantenuti dalla famiglia, fanno fatica a pensare al proprio futuro in uno dei Paesi d’Europa con il numero più alto di giovani senza occupazione.
Ormai per i giovani vivere con la famiglia è una scelta obbligata. Anche se le famiglie non sono in grado di affrontare un qualsiasi imprevisto (disoccupazione, sottoccupazione …). In particolare sono le donne a perdere il proprio posto di lavoro, infatti il 10% di esse è senza occupazione.
In Italia, il potere d’acquisto pro capite è sceso sotto la soglia del 2000, la pressione fiscale è oltre il 43% (sopra la media europea).

Gargano Davide

Un topolino alla Casa Bianca

21 Maggio 2010: il presidente Obama è impegnato in un elogio al Senato per l’approvazione della legge sulla riforma di Wall Street, quando un innocuo topolino si permette di sfrecciare ai piedi del presidente focalizzando l’attenzione di fototografi e giornalisti accorsi per riportare il discorso. Per nulla impaurito dalla folla che presiedeva il giardino, è sbucato da un cespuglio di rose puntando dritto verso il presidente il quale, è rimasto impassibile difronte all’accaduto continuando imperterrito il suo discorso per poi ritirarsi nella Sala Ovale senza rispondere ad alcuna domanda dei giornalisti, già pronti a chiederli dell’inattesa visita. Sembra però, che non sia la prima volta che il simpatico topolino si permette di infastidire i discorsi del presidente. Parrebbe, infatti, che la settimana scorsa, durante un intervento di Obama riguardante la marea nera nel golfo del Messico, il topo avesse già fatto la sua prima apparizione televisiva, senza però trovare il coraggio di dirigersi fino al podio del presidente e rifugiandosi nuovamente nei cespugli di rose che caratterizzano il giardino della Casa Bianca. Ieri, invece, sembra proprio che l’impertinente Mickey Mouse sia riuscito a rubare la scena anche al presidente degli Stati Uniti.

Pasina Beatrice

Inaspettate dimissioni della Busi, giornalista storica del TG1

Nella giornata di ieri, la storica giornalista Maria Luisa Busi del Tg1, con il quale ha combattuto molte battaglie, ha annunciato tramite una lettera al proprio direttore di volere lasciare l’incarico che svolge da circa venti anni, lasciando molti perplessi per questa notizia, che sembrerebbe inattesa. Questa lettera sarebbe stata affissa dalla stessa giornalista nella bacheca del giornale, rendendo le sue dimissioni un fatto mediatico e allo stesso tempo pubblico. Nella lettera la conduttrice mostra i motivi che l’hanno portata a questa scelta, spiegando che non si riconosce più nella testata. La Busi afferma che per un giornalista l’unico strumento per decidere di difendere la sua professionalità, è togliere la propria firma, cioè un conduttore può solo togliere la sua faccia.
Purtroppo è emerso che la Busi già da parecchi mesi non accettasse il taglio di parte dato al Tg da parte di Minzolini, il suo direttore, ma sarebbe rimasta lì solo per senso di dovere e perché si aspettava un cambiamento al suo interno. E’ l’ennesimo scossone all’interno del Tg1 dopo che molti volti storici del telegiornale erano stati allontanati dal direttore Minzolini per rinnovare il personale giornalistico e si pensa che la stessa cosa sarebbe successa alla Busi, infatti era previsto per lei un ricollocamento nel Tg delle 13 e non più in quello delle 20 che è il timone portante del Tg1, poiché scavalca sempre come ascolti il Tg5 che va in onda alla stessa ora.
Ecco la replica del direttore del Tg1 alle parole della giornalista:«Il mio telegiornale non è mai stato di parte, ho sempre dato voce a tutti e gli ascolti mi hanno dato ragione. Le accuse che mi rivolge la collega sono false, per questo non condivido neanche una riga della sua lettera. Che poteva – se vogliamo dircela tutta – farmi recapitare prima di affiggerla in bacheca».  

Zanfrini Francesca

L’Uomo che verrà, i giovani preferiscono Avatar (sbagliando)

L’uomo che verrà è il nuovo film di Giorgio Diritti, ed è anche il primo miglior film dei premi David di Donatello 2009-2010.

La storia è ambientata sui colli appenninici vicini a Bologna e si svolge durante il nazismo, dove i contadini del luogo decidono di unirsi in tanti gruppi partigiani, che non sembrano turbare l’incoscienza di Martina, una piccola bambina che dopo aver visto il proprio fratellino morire tra le sue braccia ha smesso di parlare e di rapportarsi con gli altri e vive solo nell’attesa che nasca il nuovo fratellino.
Dopo la nascita del secondo fratellino per introdurre l’episodio dell’eccidio di Marzabotto Giorgio Diritti utilizza il dialetto per raccontare una comunità e attraverso il linguaggio cinematografico trasmettere questo messaggio molto profondo.
Inoltre il regista per avvicinarsi molto di più sia al contesto storico che al tema stesso, utilizza la fluidità delle immagini, non cerca di sforzare un argomento che è del tutto naturale e veritiero purtoppo.
Pur essendo un film molto profondo, in Italia ha incassato solo 1.270.000 euro, e lo troviamo nella zona pre-buoni incassi.
Ci accorgiamo che il mondo sta cambiando, che molti più sono i giovani che dimenticano la bellezza di questi film abbandonandoli per altri più innovativi.

Fossati Greta